Mt 1,1ss Genealogia di Gesù
Mt 1,1 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2 Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4 Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, 5 Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6 Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, 7 Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, 8 Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9 Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10 Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 12 Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, 13 Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, 14 Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15 Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16 Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
No, le genealogie no! Peraltro le due presenti nei Vangeli (Luca e Matteo) non si corrispondono. Questa fa risalire Gesù ad Abramo (se non discendi da Abramo non puoi essere il Messia). Solo tre nomi si trovano in entrambe. Neanche sul padre di Giuseppe sono d’accordo. Secondo Luca si chiamava Eli, secondo Matteo Giacobbe.
Eppure sarebbe stato facile chiedere a qualcuno della famiglia di Gesù, cugini o altro: come si chiamava il nonno?
Mt 1,17 In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Ecco, a Matteo piace far tornare i conti.
D’altra parte Matteo Levi lavorava in una dogana a Cafarnao, sulla costa settentrionale del lago di Tiberiade, faceva l’esattore delle imposte (pubblicano) e fu discepolo di Gesù.
Ma non si è certi che sia stato proprio lui a scrivere questo Vangelo, anzi, diciamo pure che è improbabile, dato che sono passati da quaranta a settant'anni dalla morte di Gesù. Poiché le date di riferimento provengono da un testo approvato dalla CEI, credo siano fondate. Questo Vangelo potrebbe essere stato tramandato col nome di Matteo per un riferimento alla comunità cristiana che lo aveva redatto.
Si ritiene sia stato scritto in aramaico e poi rielaborato in greco, versione che è arrivata fino a noi.
Mt 1,18ss Nascita di Gesù
Mt 1,18 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20 Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21 ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22 Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi
Manca l’Annunciazione, la nascita per opera dello Spirito Santo è data come un fatto, ed è dato come fatto accertato anche il sogno di Giuseppe, che, insospettito, avrebbe voluto ripudiare Maria in segreto.
Dunque, Giuseppe si era confidato con qualcuno, aveva rivelato i suoi pensieri nascosti e raccontato il suo sogno, che lo salvò dal compiere un gesto odioso. Il riferimento immediato alla profezia fa pensare a un racconto redatto a tavolino per far tornare i conti.
Il punto è che per chi ha redatto il Vangelo la profezia era la verità, dunque gli eventi non potevano che confermarla. Da qui l'intervento dello Spirito Santo e il sogno. È un po' come la genealogia fantastica, calcolata in modo che le generazioni fossero proprio quattordici da Abramo a Davide, ecc., senza preoccuparsi di chiedere come si chiamava il nonno di Gesù.
Per loro la verità non era la corrispondenza con la realtà, ma la corrispondenza con le profezie.
Questo non vuol dire che siano tutte balle, alcuni fatti storici sono accertati, ma i Vangeli, anche quelli scelti dalla chiesa cattolica, non possono fornire informazioni sicure su ciò che realmente è accaduto, su ciò che realmente Gesù ha detto e ha fatto.
Mt 1,24 Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; 25 senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.
Assodato che qui conoscere è in senso biblico, come fa Matteo a entrare nell’intimo di due persone? Che ne sapeva di ciò che facevano a letto? E, soprattutto, che cosa gliene importava? Da notare che alcuni studiosi deducono da queste righe, variamente strapazzate e tradotte, che l’assenza di “conoscenza” tra Maria e Giuseppe continuò anche dopo la nascita del figlio. Un matrimonio nullo, insomma. Povero Giuseppe!
2
Mt 2,1s I Magi
Mt 2,1 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2 e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».
Qui il racconto prende il tono della favola: questi Magi, forse sacerdoti, di cui in alcuni vangeli apocrifi viene riferito anche il nome, venuti dall’Oriente, con le loro carovane che sul presepe si fanno man mano avvicinare alla capanna, sono quanto di più poetico e inverosimile, fantasioso, sia stato raccontato intorno alla nascita di Gesù.
E non dimentichiamo che erano guidati da una stella.
Pura poesia.
Sono comici, invece, i salti mortali che alcuni studiosi hanno fatto per spiegare che questa migrazione di sacerdoti o re, non è chiaro, forse persiani, guidati, non dimentichiamo, da una stella, sarebbe realmente accaduta.
Campione di questa arrampicata sugli specchi è il caro, simpatico papa emerito, Joseph Ratzinger, che da questo momento chiameremo Benedetto per comodità di scrittura.
Nel libro “L’infanzia di Gesù”, edito da Rizzoli, nel capitolo 4, paragrafi 2 e 3, ci spiega che “… La congiunzione astrale dei pianeti Giove e Saturno nel segno zodiacale dei Pesci, avvenuta negli anni 7-6 a.C. – ritenuto oggi il vero tempo della nascita di Gesù -, sarebbe stata calcolabile per gli astronomi babilonesi e avrebbe indicato loro la terra di Giuda e un neonato «re dei Giudei»”
Forti questi astronomi babilonesi! Individuano la congiunzione di Giove e Saturno e ne ricavano la decisione di mettersi in viaggio, con carovane, cammelli, ecc., un viaggio avventuroso, per assistere alla nascita del re dei Giudei, fino a Gerusalemme, dove si aspettavano che dovesse nascere, per poi proseguire fino a una misera capanna o grotta a Betlemme, puntata dalla stella con estrema precisione (meglio di Google map o di un localizzatore satellitare GPS).
Poi ci spiega “… Come la tradizione della Chiesa con tutta naturalezza ha letto il racconto di Natale sullo sfondo di Isaia 1.3 e, in questo modo, sono arrivati al presepe il bue e l’asinello, così ha letto il racconto sui Magi alla luce del Salmo 72,10 e di Isaia 60. In questo modo, i sapienti venuti dall’Oriente sono diventati re, e con loro sono entrati nel presepe i cammelli e i dromedari.” (ibidem).
E così, salvati il bue e l’asinello (mi sembra anche giusto), i magi sono diventati re (infatti da piccoli li chiamavamo i re magi) e chissà se Benedetto non ci spieghi anche che, tutto sommato, ne conosciamo anche il nome: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.
Non lo fa, però deve ancora spiegarci la stella, e, nel paragrafo 3 dello stesso libro, si domanda che tipo di fenomeno astronomico fosse. Escluso, con dotti riferimenti, che potesse essere una stella normale (altrimenti qualcuno avrebbe potuto pensare che una stella fosse scesa sulla Terra a mo’ di lampione), dichiara: “… Sarebbe errato rifiutare a priori una simile domanda con il rinviare al carattere teologico del racconto” (ibidem).
Quale domanda sarebbe errato rifiutare a priori? Che la stella guida dei magi dall’Oriente alla umile capanna o grotta dove è nato Gesù fosse "un fenomeno celeste determinabile e classificabile astronomicamente".
Giovanni Keplero, morto nel 1630, aveva avanzato una soluzione del dilemma, e chi siamo noi rispetto a tanta scienza astronomica?
Keplero aveva parlato di una congiunzione di pianeti, di una supernova che sviluppa un’intensa luminosità; un astronomo del ‘900, Ferrari d’Ochieppo, ha confermato quest’ipotesi. Benedetto conclude che la grande congiunzione Giove Saturno degli anni 7 – 6 a.C. “… Poteva orientare astronomi dell’ambiente culturale babilonese persiano verso il paese di Giuda, ad un «re dei Giudei». In dettaglio, come quegli uomini siano giunti alla certezza che li fece partire e, infine, li portò a Gerusalemme e a Betlemme, è una questione che dobbiamo lasciare aperta.” (ibidem)
Io lascerei tutto aperto, in un campo dove non c’è una certezza, ma che un fenomeno astronomico, nel 7 - 6 a.C., abbia indirizzato e guidato dei sacerdoti persiani fino a Gerusalemme e poi alla capanna del presepe, credo abbia la stessa probabilità di essere vero del racconto di un burattino che, improvvisamente, comincia a muoversi e a parlare come un bambino.
Tra l’altro mi sembra un inaspettato passo avanti di Benedetto verso il sincretismo religioso (che, prima di diventare emerito, fortemente avversava), perché ammetterebbe che la religione che guidava questi sapienti, sacerdoti, astrologi, astronomi, magi persiani non era del tutto falsa, se li aveva spinti a mettersi in viaggio e li aveva condotti fino alla capanna di Betlemme.
(scritto nel 2018, il papa emerito, novantuno anni, è in piena salute e ha appena cazziato per iscritto, con una lettera del 7 febbraio, due dei teologi preferiti da papa Francesco)
Mt 2,3 All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Dunque il re Erode e tutta Gerusalemme credevano nelle "visioni" di questi pagani, anche riguardo a quello che i magi chiamavano "re dei Giudei".
Gli ebrei, che erano così orgogliosi della propria religione, in cui erano convinti ci fosse tutta la verità, che chiamavano "cani" i pagani (Mc 7,24ss), restarono turbati dall'arrivo di questi santoni provenienti dall'Oriente che andavano in giro domandando: "Addò sta 'o rre? Se permettete, stiamo qua per rendere omaggio." (Ho pensato che fossero un po' orientali e un po' napoletani).
Mt 2,4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo.
Addirittura Erode riunisce tutti i sacerdoti e gli scribi. Riunione straordinaria. Ordine del giorno: visione degli straccioni provenienti dall'Oriente, allarme per una stella che starebbe girando sulle nostre teste, varie ed eventuali.
I magi avevano la stella, i sacerdoti la profezia, mancava solo qualcuno che leggesse nella palla di vetro.
Mt 2,5 Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6 E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele».
Ora abbiamo capito perché l'hanno fatto nascere per forza a Betlemme, inventandosi la necessità di dichiarare chissà quali proprietà (Giuseppe aveva delle proprietà a Betlemme e dormiva con la moglie partoriente in una grotta? Peraltro una grotta munita di pochi confort: riscaldamento ad alito non proprio profumato di bue ed asinello) per un censimento attestato in tempi diversi da quelli della nascita di Gesù.
Il loro problema era che i profeti avevano citato qualunque posto, tranne Nazareth. Mai un accenno, nemmeno in nota, niente. Nazareth, per loro, era come non esistesse.
Il profeta aveva detto: E tu, Betlemme, ecc. (i profeti erano sempre un po' enfatici; anche a tavola non dicevano "passami il sale", ma "oh tu, sale estratto dalle gloriose saline d'Israele, trasferisciti in piccola misura nel mio piatto d'insalata").
L'ha detto il profeta, Gesù dev'essere nato per forza a Betlemme. Qualcuno provò ad obiettare: il falegname era di Nazareth, Maria era di Nazareth, che cavolo andavano a fare a Betlemme proprio quando lei stava per partorire? La profezia non si discute. Ma forse il profeta era ubriaco (certo, uno che per dire "nascerà a Betlemme" dice "E tu Betlemme ..." non doveva stare troppo in sé). Forse ha dato i Numeri. Quella è un'altra parte della Bibbia. Ignorante! Non si discute: Gesù dev'essere nato a Betlemme.
Mt 2,7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8 e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Perché Erode non ha inviato uno dei suoi a Betlemme a cercare il bambino, invece di sfruttare i poveri magi?
Tra l'altro risulta che a Baldassarre facevano male i piedi e Melchiorre era stanco di questo girare a vuoto e voleva tornare a casa. L'unico che si divertiva era Gasparre. Era l'astronomo del gruppo, laureato all'università di Babilonia, master a Paperopoli su stelle, comete e la loro influenza sulla vita quotidiana.
Mt 2,9 Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Più precisa del Tom Tom. Chissà dove l'avevano comprata e come aggiornavano le mappe. A quei tempi non c'era Internet. Sicuramente ci pensava Gasparre, l'astronomo astrologo, che utilizzava le sue visioni.
Mt 2,10 Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Nessuno aveva pensato a un completino per il bambino e a una scatola di cioccolatini per la madre. Il cacao a quei tempi non si conosceva. Come non detto.
Mt 2,12 Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Avvertiti da chi? Il solito Gabriele, che andava in sogno anche a chi non credeva nella religione che l'aveva inventato. Al risveglio nessuno pensava: "È stato solo un sogno", "ho fatto uno strano sogno". No. Si muovevano in base al contenuto del sogno.
Mt 2,13ss Fuga in Egitto e strage degli innocenti
Mt 2,13 Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». 14 Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.
E così abbiamo capito anche il motivo della fuga in Egitto. Perché proprio in Egitto? Forse sarebbe bastato allontanarsi da Betlemme, non farsi individuare, tornare a Nazareth. Ma doveva adempiersi un'altra profezia. Nessun cenno alla difficoltà, per una coppia di poveri, di spostarsi con il bambino in Egitto. Con quale mezzo? Probabilmente a piedi o col famoso asinello del presepe. Quanto tempo hanno impiegato per raggiungere la frontiera? Come si mantenevano durante il viaggio e all'arrivo in Egitto? Sarà intervenuto l'angelo. Allora perché questa complicazione? Sarebbe bastato far venire un colpo apoplettico a Erode, renderli invisibili (già doveva essere difficile individuarli, infatti Erode fu costretto a far ammazzare tutti i bambini che avevano meno di due anni, perché disponeva solo delle informazioni generiche date dai magi). Sembra un film con una trama non ben congegnata.
Mt 2,16 Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. 17 Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: 18 Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.
Sì, ma Dio, che si era premurato di mandare l'angelo ad avvertire nel sonno Giuseppe, non poteva mandare ad avvertire anche le altre madri? Cosa gli costava salvare tutti i bambini di Betlemme e non solo Gesù?
Credo che una strage degli innocenti, se fosse avvenuta, avrebbe lasciato molte tracce nella storia e, forse, avrebbe causato tentativi di ribellione.
Mt 2,19ss Ritorno dall'Egitto e dimora a Nàzaret
Mt 2,19 Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20 e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21 Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele.
Pare che fosse molto facile, a quei tempi, andare avanti e indietro da un paese all’altro.
Nel sogno a Giuseppe appare un angelo, sempre pronto a portare le sue ammasciate (sarebbero le ambasciate in napoletano); chissà perché predilige il sogno per svolgere il suo compito: non sarebbe stato meglio incontrarlo a quattr’occhi durante il giorno?
Il mattino dopo Giuseppe si sveglia e, senza farsi nessuna domanda (che strano sogno! Mi è sembrato di vedere un angelo. Ma va! Sì, aveva anche le ali), carica moglie e figlio sull’asinello e via verso Israele.
Supponiamo avesse trovato una buona sistemazione in Egitto e non avesse avuto voglia di partire (in fondo l’ordine gli era arrivato tramite un sogno e si sa che i sogni si dimenticano presto al risveglio), la storia sarebbe andata in modo completamente diverso, avremmo avuto un messia di origine ebraica e di cultura egiziana. E forse in Egitto non l’avrebbero crocifisso.
Mt 2,22 Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23 e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Non l'avevano detto i profeti!
In nessun punto dell’Antico Testamento sono riportate le parole Nazaret o Nazareno.
Dunque siamo in presenza di una falsa citazione; con essa si voleva confermare che Gesù di Nazaret era proprio il Messia profetizzato dalle Sacre Scritture.
3
Mt 3,1s Predicazione di Giovanni Battista
Mt 3,1 In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».
Abbiamo trovato l’autore della fake news: il regno dei cieli è vicino.
Questa falsa notizia, partita da Giovanni sulla riva del Giordano, da questo predicatore che riusciva a convincere la gente a farsi battezzare, si diffuse rapidamente, tanto che lo stesso Cristo la riprese e i primi cristiani la fecero propria senza le necessarie verifiche.
Dopo duemila anni possiamo dire che il regno dei cieli (qualunque cosa intendesse Giovanni Battista per regno dei cieli) non era vicino allora e, probabilmente, non lo è oggi.
Mt 3,3 Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 4 E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.
Doveva essere un tipo particolare, Giovanni Battista.
Chissà se i vestiti di peli di cammello erano comuni o una sua stravaganza. Non credo fossero comuni perché in questo caso non sarebbe stata segnalata questa particolarità. Che significato può avere, a parte la probabile profezia? Doveva essere un tipo un po' selvaggio. Come si procurava le locuste e il miele selvatico di cui si nutriva? Tecnicamente, come sopravviveva questo strano personaggio? Entra in scena all'improvviso, senza alcuna preparazione, in un film sarebbe un inizio fantastico, ma qui ci invitano a credere, allora si vorrebbe capire.
Chi era questo Govanni? Come mai, bello e buono, si direbbe a Napoli, cioè: da un momento all'altro, aveva deciso di mettersi a predicare, a gridare nel deserto, a minacciare lampi e tuoni, a battezzare la gente?
Mt 3,5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 7 Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente?
Ce l'aveva con i farisei e con i sadducei: agli altri bastava confessarsi, quelli dovevano prima essere minacciati, poi, forse, li battezzava ugualmente, dopo averli storditi a male parole.
Notare che parla di "ira imminente", denotando una notevole dose di pessimismo o di ottimismo, dipende dai punti di vista.
Mt 3,8 Fate dunque un frutto degno della conversione, 9 e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre.
Tecnicamente, nascendo dalle pietre, non sarebbero figli di Abramo. Quindi neanche Dio può far nascere figli di Abramo dalle pietre. Ma a Giovanni questo non interessava. Gli interessava solo dire: nel regno di Dio non ci sono raccomandati.
Questo contrasta con l'insistenza precedente (Mt 1,1ss) dell'evangelista nel dire che Gesù discendeva da Davide, figlio di Abramo, addirittura inventandosi una genealogia.
La discendenza conta o non conta?
Mt 3,10 Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11 Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12 Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Linguaggio minaccioso, utilizzato allo scopo evidente di creare il terrore nei confronti di Dio, un Dio terribile, che punirà inesorabilmente, brucerà come legna da ardere chi non si pentirà.
Non specificare i peccati di cui bisogna pentirsi serve a far sentire tutti colpevoli, a spingere tutti in ginocchio a confessare i propri peccati, a cercare di purificarsi con l'acqua del Giordano.
Qui sembra frutto di un accordo il passaggio di consegne, forse la scena si è ripetuta più volte, questo spiega le differenze tra le varie versioni.
Sostanzialmente dice: voi sapete quale grande potere io ho, il potere di battezzarvi nell'acqua del Giordano, "colui che viene dopo di me", figuratevi, "è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali", se ne avesse bisogno. "Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco". Avete capito? Fuoco. "Raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile". Paura, eh?
Mt 3,13ss Battesimo di Gesù
Mt 3,13 Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Entra in scena Gesù.
Mt 3,14 Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?».
Un po' di cerimonie. Riferite da chi? Dagli altri presenti, che erano in fila per farsi battezzare, pronti ad annotare nella mente qualunque scambio di battute, anche insignificante, per riferirlo all'evangelista molti anni dopo.
Mt 3,15 Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Ma che ne sapeva Giovanni? Chi gli aveva detto che Gesù era il Messia?
Il passaggio di consegne è avvenuto. Ora c'era bisogno di una scena forte, che s'imprimesse nell'immaginazione.
Mt 3,16 Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui.
Addirittura si aprono i cieli. Non si capisce che cosa realmente sia accaduto (che significa "si aprirono per lui i cieli"?), ma l'espressione è impressionante. Come capì che quella colomba era proprio lo Spirito di Dio? Dice: "... egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui." Che cos'è lo Spirito di Dio?
Mt 3,17 Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Dio si è appalesato con una voce. Quante volte l'ha fatto in seguito? Mi sembra mai.
Da quella volta si è chiuso nel silenzio e non ha parlato più con nessuno; Martin Scorsese ha fatto un film sul silenzio di Dio, un film intenso ("Silence", 2016), tratto da un romanzo storico dello scrittore giapponese Shūsaku Endō.
Dio in persona (per modo di dire) che fa sentire la propria voce da sopra le nuvole è una cosa da Antico Testamento.
Infatti mi sembra sia l'unico caso riportato nel Nuovo Testamento, perché anche quando il Figlio lo interpellò direttamente dalla croce, non è dato sapere che cosa abbia risposto.
4
Mt 4,1ss Tentazione nel deserto
Mt 4,1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2 Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3 Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4 Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». 5 Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 8 Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9 e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10 Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Gianfranco Ravasi (Le pietre di inciampo del Vangelo - Mondadori) scrive:
“È indubbio che la tentazione sia stata un’esperienza storica reale narrata da Cristo stesso, perché difficilmente la comunità cristiana delle origini avrebbe inventato un simile episodio che vedeva il suo Signore alla mercé del diavolo che lo provocava. Gesù stesso probabilmente ha raccontato questa vicenda traumatica forse evocando tre luoghi diversi in cui egli visse.” (le sottolineature sono mie).
È indubbio o è probabile che Cristo stesso abbia raccontato questo episodio? È difficile immaginare la scena di Cristo che racconta la sua lotta con il diavolo ("Sapete cosa mi è successo? Indovinate con chi mi sono scontrato."). Secondo Ravasi dobbiamo ritenere accertata la veridicità storica di questa vicenda perché le comunità cristiane delle origini non avrebbero inventato una storia in cui, a tratti, Gesù sembra soggiacere alla volontà del diavolo (lo portò nella città santa ... lo portò su un monte altissimo ...). A me questo sembra solo un vago indizio.
Forse questa vicenda serviva a trasmettere il significato delle tentazioni su cui lo stesso Ravasi fa delle ipotesi molto interessanti: " ... la strada di un messianismo puramente sociale (i pani) o taumaturgico (il prodigio della caduta dal pinnacolo del tempio rimanendo illeso) o politico (i regni della terra)." (estratto dal testo citato).
Questo episodio aereo serve a inserire la figura del Cristo nella storia della lotta fra il bene e il male. Il diavolo sempre tenta l'uomo, solo Cristo lo sconfigge e, quindi, solo con Lui è possibile salvarsi. Per trasmettere questo concetto, l'evangelista s'inventa la sceneggiatura di un film in 3D, una partita a scacchi tra Cristo e il diavolo, un racconto che ha la stessa funzione delle parabole.
Mt 4,12 Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13 lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14 perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: 15 Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! 16 Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta.
Cerchiamo di capire:Gesù lasciò Nazaret e andò ad abitare a Cafarnao perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia.
Come viene raccontato sembra che Gesù, prima di fare qualunque cosa, leggesse che cosa avevano detto Isaia e gli altri profeti. Lascio Nazaret, mi trasferisco a Cafarnao. Perché? C'è la profezia, devo farlo per forza.
Mt 4,17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Qui si crea l’equivoco. Forse aveva solo ripreso una frase di Giovanni Battista, una specie di omaggio all’amico che era stato arrestato, forse quel “vicino” deve intendersi in senso lato, sta di fatto che si diffuse tra quelli che lo seguivano la convinzione che il regno di Dio si sarebbe affermato in breve tempo. Ciò che indubitabilmente non è accaduto, altrimenti non staremmo qui a raccontarlo.
C’è un’altra possibilità, che intendesse: con la morte ciascuno di noi potrà meritare di raggiungere il regno di Dio. Quindi, in questo senso, è vicino a ciascuno di noi.
Mt 4,18 Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19 E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20 Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21 Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22 Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Ai primi due disse: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". Chiamò poi gli altri due, forse con le stesse parole.
Essi lasciarono la barca, le reti, il padre, che rimase solo a riparare le reti, le famiglie, che persero il loro sostegno, e lo seguirono, senza chiedere nulla.
Non chiesero neanche una spiegazione su quella formula strana: "pescatori di uomini", una metafora, ma quanto comprensibile a dei poveri pescatori di pesci?
Lui sceglie, in modo forse casuale, i primi che incontra sulla spiaggia, poi tocca a loro decidere se seguirlo. Chissà se qualcuno rifiutò di seguirlo.
In base a che cosa quelli che hanno lasciato il padre a riparare da solo le reti hanno fatto questa scelta? Forse erano presenti quando Dio ha parlato dalle nuvole, o forse Lui ha fatto qualche altra cosa, ha dato qualche segno che non ci è stato riferito.
Mt 4,23 Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. 24 La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. 25 Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
Non solo predicava, insegnava nelle sinagoghe e guariva ogni sorta di malattie e di infermità. Sostanzialmente era un guaritore. La gente prendeva in considerazione le sue prediche, i suoi insegnamenti, perché si aspettava la guarigione dalle malattie. Purtroppo le scarse conoscenze mediche dell'epoca e la situazione in cui operava non consentono la certezza dell'origine soprannaturale delle guarigioni.
Il problema è questo: i miracoli sono necessari per credere o bastano la predicazione e gli insegnamenti? Perché, se i miracoli sono necessari, avrebbe fatto meglio a venire tra noi in un'epoca in cui fosse più facile controllare, utilizzando la scienza, se si trattava veramente di miracoli. Immagino un confronto televisivo tra Gesù e Piero Angela: il primo fa il miracolo, il secondo cerca di dimostrare che si tratta di suggestione.
Io credo che il miracolo non possa bastare a dare la certezza. Il problema è l'unicità del miracolo, la rarità con cui avviene. Se ci fosse un modo per interrompere il silenzio di Dio, sarebbe tutto molto più facile. Così, invece, non si potrà mai avere certezza.
Neanche il successo iniziale che viene descritto in questi versi dimostra alcunché. Se guarisci la gente dalle malattie, o la convinci di poter guarire rivolgendosi a te, se le dai una speranza, grandi folle ti seguono, perché la malattia è uno dei crucci principali degli uomini.
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