16
At 16,6ss Traversata dell'Asia Minore
At 16,9 Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un Macèdone che lo supplicava: «Vieni in Macedonia e aiutaci!». 10 Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo.
Questo è il punto in cui Luca passa dalla terza alla prima persona: “cercammo”. Probabilmente finora ha raccontato eventi che gli sono stati riferiti dai protagonisti, da qui in poi diventa lui stesso protagonista e testimone. Entra in scena il narratore.
17
At 17,16ss Paolo ad Atene
18
At 18,1ss Paolo fonda la chiesa di Corinto
At 18,12ss Paolo tradotto in tribunale dai Giudei
19
At 19,1ss I seguaci di Giovanni a Efeso
At 19,5 Udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù 6 e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in lingue e a profetare. 7 Erano in tutto circa dodici uomini.
Certamente, parlare le lingue è una bella comodità, ma che cosa “profetavano”? Il futuro individuale, il futuro di tutti, il futuro prossimo, il futuro remoto, le previsioni del tempo?
28
At 28,1ss Soggiorno a Malta e trasferimento a Roma
At 28,1 Una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta. 2 Gli abitanti ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un fuoco, che avevano acceso perché era sopraggiunta la pioggia e faceva freddo. 3 Mentre Paolo raccoglieva un fascio di rami secchi e lo gettava sul fuoco, una vipera saltò fuori a causa del calore e lo morse a una mano. 4 Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli abitanti dicevano fra loro: «Certamente costui è un assassino perché, sebbene scampato dal mare, la dea della giustizia non lo ha lasciato vivere». 5 Ma egli scosse la serpe nel fuoco e non patì alcun male. 6 Quelli si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto sul colpo ma, dopo avere molto atteso e vedendo che non gli succedeva nulla di straordinario, cambiarono parere e dicevano che egli era un dio. 7 Là vicino vi erano i possedimenti appartenenti al governatore dell’isola, di nome Publio; questi ci accolse e ci ospitò con benevolenza per tre giorni. 8 Avvenne che il padre di Publio giacesse a letto, colpito da febbri e da dissenteria; Paolo andò a visitarlo e, dopo aver pregato, gli impose le mani e lo guarì. 9 Dopo questo fatto, anche gli altri abitanti dell’isola che avevano malattie accorrevano e venivano guariti. 10 Ci colmarono di molti onori e, al momento della partenza, ci rifornirono del necessario.
Sembra l'Odissea: l'eroe, la tempesta, il naufragio, l'isola, l'intervento di un dio che opera prodigi e risolve difficoltà insormontabili, il proseguimento del viaggio alla ricerca di altre avventure.
È un racconto avvincente.
Paolo è diventato una figura mitologica: si salva dal naufragio, si libera quasi con noncuranza, senza paura, della vipera che gli ha morso la mano, dispensa guarigioni e, naturalmente, viene considerato e trattato da dio.
At 28,11 Dopo tre mesi salpammo con una nave di Alessandria, recante l’insegna dei Diòscuri, che aveva svernato nell’isola. 12 Approdammo a Siracusa, dove rimanemmo tre giorni. 13 Salpati di qui, giungemmo a Reggio. Il giorno seguente si levò lo scirocco e così l’indomani arrivammo a Pozzuoli. 14 Qui trovammo alcuni fratelli, i quali ci invitarono a restare con loro una settimana. Quindi arrivammo a Roma. 15 I fratelli di là, avendo avuto notizie di noi, ci vennero incontro fino al Foro di Appio e alle Tre Taverne. Paolo, al vederli, rese grazie a Dio e prese coraggio. 16 Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia.
Dunque: a Malta si mantenne facendo il guaritore, (At 28,8-10), fu colmato di onori, ospitato, insieme ai suoi amici, per tre mesi, provveduto del necessario. Partì con una nave di Alessandria, approdò a Siracusa, vi rimase tre giorni, sempre con gli amici. Salpò da Siracusa, raggiunse Reggio Calabria, poi, grazie al vento del sud (lo scirocco), in due giorni raggiunse Pozzuoli, dove trovò dei cristiani con i quali andò ad abitare e vi rimase sette giorni.
Ma Paolo non era affidato al centurione romano? Se ne poteva andare liberamente per conto suo dove voleva?
Giunse a Roma, dove gli vennero incontro altri cristiani e poté dimorare, sempre per conto suo, ma con un soldato di guardia.
Ecco, è venuto fuori il soldato di guardia, perché finora sembrava quasi un viaggio di piacere e non il trasferimento di un prigioniero che doveva essere sottoposto a giudizio.
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